Tarassaco, dente di leone, dente di cane, aticion, soffione: Taraxacum officinale
Per i botanici è Taraxacum officinale, ma vanta un’infinità di nomi comuni e dialettali proprio perché una delle specie selvatiche commestibili e medicinali più note e utilizzate.
Si utilizzano quasi tutte le sue parti e, ognuna di esse, presenta proprietà e gusto assai differenti. Non mi addentro negli aspetti curativi, innumerevoli e ben documentati anche sul web, ma vi dirò qualcosa degli aspetti culinari. Ulteriori dettagli li trovate nella sezione “schede delle specie”.
- Le foglie sono ottime sia crude, sia cotte – il sapore varia da gradevole a disgustosamente amaro.
- Le radici erano utilizzate per fare un sostituto del caffè – sapore? Da “come lo rimpiango” a “meno male che ora si trova il caffè”..io non ero ancora nata quindi: ambasciator non porta pena.
- Fiori: sono superlativi, profumati e dolcissimi, carichi di ottimo nettare. Lo dicono anche le api. Non fidandomi, ho dovuto assaggiarli più e più volte, tanto per esserne certa. Ho già fatto un paio di vasetti di “falso miele” di Tarassaco e ora vi propongo la versione solida, più comoda da spalmare sul pane a colazione.
Nevica alla fine di maggio???
Qui ha cominciato a nevicare sui fiori di tarassaco che colorano il prato fuori casa. Accidenti! Corro a prenderli, prima che il freddo li rovini…li ho aspettati per tutto l’inverno e deve nevicare proprio oggi che è quasi estate?? Scherzi del climate change, suppongo. Vabbè, mi affretto a invasettare questo scampolo di primavera, non si sa mai: gelatina di fiori di tarassaco, allora!
Ecco la ricetta della gelatina
Ingredienti:
- 1 litro di acqua
- 350 gr fiori di tarassaco (Taraxacum officinale)
- 500 gr zucchero
- 2 limoni interi (tagliati a pezzi)
- 1 bustina di fruttapec
Preparazione:
Raccogliete i fiori, senza il gambo, in un posto “sicuro”, dove non siano stati trattati con prodotti chimici. Se possibile sarebbe meglio non lavarli, per preservare appieno il loro profumo ma, nel dubbio (cani, gatti, letame, etc..), meglio una sciaquatina.
Qualcuno sostiene sia necessario staccare i petali dall’involucro (tagliando la parte verde, in pratica), pena un sapore amaro e un colore meno limpido. Ma il nettare è proprio ben nascosto lì sotto, a ridosso del ricettacolo, accidenti. Io ho deciso di rischiare e non l’ho fatto: fiori interi con ricettacolo e involucro, quindi. Tra l’altro avrò risparmiato almeno un paio d’ore di lavoro. Sapore? Dolcissimo. Colore? Del tutto accettabile.
Tuffate i fiori nel pentolone con l’acqua e i limoni tagliati a pezzi (con la buccia), portate a bollore e lasciate cuocere per circa 15 minuti. Spegnete il fuoco, coprite con un coperchio e lasciateli raffreddare, in modo che i fiori rilascino tutto il loro profumo. Quindi scolate, strizzando bene i fiori. Mi raccomando: tenete il liquido e scartate i fiori J. Dovreste ricavarne circa mezzo litro.
Rimettete il liquido nella pentola, aggiungete la pectina e lo zucchero, mescolate bene e riportate a bollore. Cuocete per qualche minuto, finché la gelatina raggiunge la consistenza desiderata. Una volta raffreddata diventerà più densa, quindi fate la prova del cucchiaio o del piattino.
Quando è pronta versatela velocemente, finché è bollente, nei vasi sterilizzati. Sigillateli e lasciateli raffreddare. Sentirete dopo un po’ il “clac” del sottovuoto. Ecco fatto, semplice vero?
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Questo articolo è tradotto anche in English.
Sito bello e molto interessante. Ben fatto!
La sto facendo…poi vi diro’
Grazie x la ricetta.
Fatta! Veramente deliziosa!
Ma il fiore si può mangiare crudo?
Certamente, nessun problema a consumarlo crudo!